Marco La Rocca alla BI-BOx Art Space: la pittura come rito del ricordo
- Eleonora F.
- 13 giu
- Tempo di lettura: 2 min
Forse ora resterà tutto eterno. È un titolo che risuona come un sussurro delicato e potente, e che segna la nuova personale di Marco La Rocca, visitabile alla galleria BI-BOx Art Space di Biella dal 23 maggio al 28 giugno 2025. Un progetto intimo, poetico, nato da un lutto personale che si è trasformato in gesto artistico, memoria condivisa, riflessione universale.

Il fiore come emblema dell’umano
La mostra raccoglie oltre cinquanta opere realizzate negli ultimi cinque anni, incentrate sul tema della natura morta. Ma qui nulla è morto, niente è davvero immobile. I fiori dipinti da La Rocca, così delicati e silenziosi, si offrono come presenze simboliche, esistenze sospese tra la bellezza effimera e il desiderio di eternità. Ogni vaso diventa altare, ogni composizione un atto di resistenza contro l’oblio. È la pittura che trattiene, ascolta, trasforma: un linguaggio che sfiora l’invisibile e lo rende visibile.
Un titolo, una dedica
Il titolo stesso dell’esposizione, “Forse ora resterà tutto eterno”, custodisce un doppio segreto: è un anagramma affettivo, costruito a partire dalla parola FORTE, il cognome della madre dell’artista recentemente scomparsa. È una dedica discreta ma intensa, un gesto che abbraccia la dimensione dell’arte e quella della vita, intrecciandole in un solo respiro.

Morandi, l’eco di una ricerca paziente
Nel lavoro di La Rocca riecheggia l’influenza di Giorgio Morandi, soprattutto nell’uso della ripetizione come forma di contemplazione. I soggetti sembrano simili, ma ogni variazione genera nuove relazioni tra luce, materia, spazio. La pittura diventa allora un esercizio spirituale, un’indagine paziente sulla mutabilità del quotidiano e la sua capacità di rivelare, nel piccolo, qualcosa di assoluto.
Parola e immagine, un diario visivo
Oltre ai dipinti su tela, la mostra presenta anche una serie di opere su carta che uniscono disegno e scrittura. Appunti, frammenti, poesie visive: un diario intimo in cui il segno pittorico incontra quello verbale, in un dialogo che non vuole spiegare ma evocare. Qui, la fragilità diventa forza. L’effimero si fa eterno.

La curatela e lo spazio espositivo
La mostra è curata da Irene Finiguerra, direttrice della BI-BOx Art Space, che nel testo critico accompagna il pubblico in un percorso narrativo ed emotivo, capace di restituire alla natura morta quella profondità simbolica spesso dimenticata. Come scrive: “Lì, tra vasi colmi di fiori, frutti maturi e oggetti solo in apparenza silenziosi, l’arte ha saputo raccontare con struggente intensità il tempo, la trasformazione, la perdita”.
Un invito a rallentare
Forse ora resterà tutto eterno è più di una mostra: è un invito ad abitare il tempo in modo diverso. A rallentare, osservare, riconoscere valore nei gesti più semplici. A tornare a quei fiori che troppo spesso guardiamo con distrazione, per coglierne — finalmente — la voce discreta e potente.
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