Gradara Contemporanea 2025 – Una quinta edizione che rafforza identità e visione
- Eleonora F.
- 5 giu
- Tempo di lettura: 3 min
Un borgo, un progetto, un linguaggio contemporaneo che cresce nel tempo
Nel cuore delle Marche, Gradara si riconferma come uno dei poli più interessanti dell’arte contemporanea italiana. La quinta edizione di Gradara Contemporanea, in programma dal 6 giugno al 6 luglio 2025, celebra un traguardo importante: cinque anni di crescita, coerenza e visione. Nata nel 2021 dall’Associazione Gradara Contemporanea, questa rassegna ha superato il modello effimero degli eventi "one shot", costruendo una piattaforma culturale radicata e riconosciuta nel panorama nazionale.

Una visione che abita il tempo
A rendere unico questo progetto è proprio la sua natura duratura e strutturata: Gradara Contemporanea punta sulla qualità curatoriale, sul dialogo continuo con il territorio e su una programmazione che si evolve ogni anno, restando fedele alla sua identità. Il dialogo tra patrimonio storico e linguaggi artistici attuali non è solo un pretesto espositivo, ma una vera metodologia. Ogni edizione è una nuova occasione per costruire ponti tra passato e presente, tra l’estetica del borgo e le forme più vive della contemporaneità.

Spazi che accolgono e trasformano
Nel 2025, la mostra si articola in quattro sedi emblematiche: la Rocca Demaniale di Gradara, il MARV – Museo d’Arte Rubini Vesin, Villa Il Conventino e il Museo Storico di Gradara, recentemente riallestito grazie ai fondi PNRR. Ogni luogo è coinvolto in modo specifico, generando un racconto corale in cui le opere si integrano, risuonano, innescano nuove letture dello spazio.
La curatela è firmata da Luca Baroni (Direttore Rete Museale Marche Nord), Matteo Sormani (Art Preview), Fabrizio Baldassarri (Associazione Gradara Contemporanea) e Riccardo Freddo (Gallery Rosenfeld, Londra): un team eterogeneo e complementare che garantisce rigore, apertura e coerenza scientifica, contribuendo a rafforzare il posizionamento della rassegna in ambito nazionale e internazionale.
Trentacinque sguardi, un’unica trama
Con 34 artisti provenienti da contesti diversi, l’edizione 2025 si presenta come la più ampia e ambiziosa finora. Accanto a figure di rilievo della scena italiana, il progetto accoglie voci internazionali da Regno Unito, Stati Uniti, Germania, Spagna, San Marino, Giappone, Corea del Sud e Taiwan. Il risultato è un mosaico visivo che spazia dalla pittura alla fotografia, dalla scultura all’installazione ambientale, mantenendo sempre un filo conduttore: la tensione tra la modernità delle opere e l’identità antica e quasi fiabesca del borgo che le ospita.
La personale di Keita Miyazaki e il ruolo strategico del MARV
Tra i momenti centrali di questa edizione c’è la prima personale italiana di Keita Miyazaki (Tokyo, 1983), artista giapponese noto per le sue sculture post-industriali in metallo, feltro e carta origami. La mostra è prodotta dal MARV in collaborazione con la prestigiosa Rosenfeld Gallery di Londra e rappresenta un passaggio chiave nella carriera dell’artista, che sarà poi protagonista anche a Roma in settembre.
Due delle sue opere saranno installate all’interno della Rocca Demaniale, in dialogo con capolavori del Rinascimento come la pala di Della Robbia e il Camerino di Lucrezia Borgia. Il contrasto tra materiali di scarto rielaborati poeticamente e arte storica genera un cortocircuito visivo di grande intensità. Intanto, le altre opere saranno ospitate al MARV, contribuendo a consolidarne il ruolo di spazio espositivo rilevante nel panorama europeo.

Un modello culturale virtuoso
Gradara non è solo teatro di una mostra, ma un laboratorio permanente in cui arte, comunità e paesaggio si intrecciano. L’inserimento nella Rete Museale Marche Nord, la valorizzazione del patrimonio tramite fondi pubblici e la sinergia tra enti pubblici e privati fanno della cittadina un caso esemplare di rigenerazione culturale. La rassegna è oggi un appuntamento stabile, capace di attrarre collezionisti, visitatori e operatori da tutta Italia e oltre, generando un impatto concreto sul territorio.

Un’alternativa necessaria
In un contesto culturale in cui spesso si investe in eventi spettacolari ma isolati, Gradara Contemporanea propone un’altra via: quella della cura, del tempo lungo, della relazione profonda con luoghi e persone. Non è un festival, ma una stagione fertile e continuativa, che lascia sedimentare i significati e invita a esperienze autentiche. I risultati parlano chiaro: crescita del pubblico, aumento delle presenze internazionali, consolidamento delle partnership istituzionali, e soprattutto un’identità chiara, etica e riconoscibile.
Uno sguardo personale
Per me, tornare a Gradara significa entrare in uno spazio sospeso dove la bellezza non è mai fine a sé stessa. È un invito a rallentare, a guardare davvero, a lasciarsi interrogare. Racconterò questa nuova edizione con parole, immagini e vissuto. Perché ogni volta che l’arte si radica in un luogo con sincerità, accade qualcosa che resta. Ed è proprio da lì che nasce il desiderio di raccontare.
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