La sfilata di Gucci per la FW 2025-2026, presentata oggi a Milano, è stata un vero trionfo di eleganza e savoir-faire. Look raffinati, materiali pregiati, un tailoring impeccabile: ogni elemento era studiato nei minimi dettagli, con un equilibrio perfetto tra tradizione e modernità. La colonna sonora, affidata alla direzione dell’eccezionale Justin Hurwitz, ha contribuito a rendere l’atmosfera ancora più maestosa. Ma dietro questa perfezione formale si cela un vuoto difficile da ignorare: l’assenza di una vera identità creativa.
In un’epoca in cui il fashion system è sempre più schiacciato dal business, la figura del direttore creativo sembra essere diventata secondaria rispetto alle esigenze del mercato. La pressione delle vendite, le aspettative degli azionisti e il bisogno di risultati immediati stanno soffocando la libertà artistica, rendendo difficile per i designer esprimere la propria visione. Gucci oggi ha sfilato senza un direttore creativo ufficiale, e si è visto: una collezione impeccabile, certo, ma priva di quella scintilla unica che solo una mano visionaria può dare.
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