Officine Tamborrino e Elena Salmistraro: il design poetico che ha incantato EDIT Napoli 2025
- Eleonora F. 
- 17 ott
- Tempo di lettura: 3 min
C’è qualcosa di profondamente evocativo nel modo in cui il design riesce a unire tecnica e immaginazione. Alla settima edizione di EDIT Napoli, che si è tenuta dal 10 al 12 ottobre 2025 negli spazi verdi di Villa Floridiana, questo dialogo ha preso forma con Nomadaria, il progetto firmato da Elena Salmistraro per Officine Tamborrino.
L’installazione nasceva come reinterpretazione di HouseTree, il modulo abitativo ideato dall’architetto Paolo Scoglio dello studio The Ne[s]t: un sistema modulare pensato per abitare in armonia con la natura, prodotto da Officine Tamborrino Architetture, la divisione del brand dedicata alla micro-ricettività sostenibile.

Una casa senza radici, ma con un’anima mediterranea
Con Nomadaria, Elena Salmistraro aveva trasformato questa microarchitettura in un racconto visivo e sensoriale ispirato alla costiera campana, dove le forme vernacolari si sono tradotte in un linguaggio contemporaneo.Architetture ad arco, partiture ritmate e cromie solari dialogavano con l’essenzialità del modulo abitativo, generando una nuova identità: mobile, leggera, poetica.
La designer aveva rivestito la facciata con una trama di archi in legno, sovrapposti a geometrie più rigide — un omaggio alle logge e alle finestre mediterranee. Gli interni, invece, si tingevano di tonalità sofisticate e desaturate, evocando la luce del Sud senza cadere nella nostalgia. Il risultato era un equilibrio delicato tra radici e visione: una casa “nomade”, aperta al paesaggio e alle emozioni.

Materia, artigianato e visione contemporanea
Il progetto si era arricchito grazie alla collaborazione con eccellenze del design italiano: Kerakoll, con la sua Color Collection, aveva curato le superfici; Bottega Intreccio aveva realizzato lampade e arredi intrecciati a mano; Flaminia aveva portato il colore nei lavabi e nei sanitari; Bolzan, Scapin Collezioni e Galleria delle Idee avevano completato lo spazio con materiali e dettagli d’autore.
Ogni elemento era pensato come estensione del paesaggio: il legno, la resina, le texture naturali restituivano la sensazione di abitare in dialogo con la terra e con il mare.

Un progetto tra poesia e sostenibilità
Nomadaria è stato molto più di un modulo abitativo. Era un esperimento di architettura sensibile, che non invade ma si adatta, rispettando la natura come parte integrante del progetto.L’albero, elemento centrale del sistema HouseTree, diventava simbolo di connessione: attraversava la struttura, regolava la luce e il clima, ridefinendo il concetto di abitare come esperienza fluida e consapevole.

Un’estetica del sentire
Il linguaggio di Elena Salmistraro, riconoscibile per la sua fusione di arte, design e illustrazione, aveva trovato in Nomadaria una nuova espressione: quella di un’architettura emozionale, che parla attraverso la materia e il colore.Una casa poetica e contemporanea, capace di coniugare tecnica e anima, visione e radici mediterranee.

Officine Tamborrino: radici artigiane, visione industriale
Nata in Puglia nel 2012, ma con una storia che affonda negli anni ’50, Officine Tamborrino è oggi parte del gruppo Scaffsystem e rappresenta una delle realtà italiane più interessanti nel dialogo tra artigianalità, innovazione e sostenibilità.Con Nomadaria, il brand ha dimostrato come il metallo possa diventare linguaggio di leggerezza, trasformando la materia in emozione.
Dal mio punto di vista, Nomadaria ha rappresentato una delle esperienze più poetiche e coerenti di questa edizione di EDIT Napoli: un progetto che ha saputo fondere arte e architettura con una sensibilità rara.Una casa senza radici, ma con un’anima — che porta con sé la bellezza del mare, la forza del Sud e quella visione femminile capace di trasformare lo spazio in emozione.




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